Elezioni amministrative, pronto il rush finale…prepariamoci all’invasione social dei candidati!

Tempo fa vi ho parlato di un pericoloso rischio di overdose elettorale per i cittadini siciliani, impegnati in ben tre consultazioni elettorali a distanza di pochi mesi. A giugno, salvo imprevisti, si chiuderà finalmente il cerchio di questa terrificante campagna elettorale continua.

Per capire la situazione in cui ad esempio si troveranno i votanti di un comune medio-piccolo come Siracusa, basta fare qualche semplice calcolo.

Ad oggi, sono state ufficializzate o quasi 12 candidature alla carica di Primo Cittadino. Ipotizzando il sostegno di almeno due liste per candidato (qualcuno, come i 5 stelle, ne avrà una, altri però più di 2), si possono stimare circa 24 liste piene di aspiranti consiglieri comunali; considerando infine che ogni lista deve ospitare 32 persone, cioè il numero massimo di consiglieri eleggibili, ecco ottenuto il conto dei candidati possibili per questa tornata amministrativa, ben 768!

Con un tale esercito di persone che hanno ambizioni politiche, è evidente che i profili social degli abitanti della piccola cittadina di Archimede (e pure la mia, più modestamente) si preparano ad essere bersagliati da un’agghiacciante sequela di slogan e messaggi promozionali autogestiti tali da far accapponare la pelle.

C’è la convinzione diffusa infatti che la campagna elettorale sui Social, anche per diventare un semplice consigliere comunale di Siracusa si debba fare sullo stile di Trump, magari sperando nella collaborazione della “Cambridge Analytica” di turno.

Premesso che in realtà per profilare i siracusani basta molto meno, quello che a molti maghi del marketing politico sfugge è che quanto meno nella nostra città, ma io credo anche nel resto d’Italia, sui social la campagna elettorale di certo non si può vincere, ma di sicuro si può perdere.

I voti infatti, come sanno i vecchi volponi della politica, vanno cercati casa per casa, parlando con i cittadini, instaurando un dialogo autentico che non può essere basato sulle false promesse, alle quali nessuno crede più, ma sul reale impegno. Ad esclusione del voto ai 5 stelle, dato per evidenti motivi di frustrazione spesso ignorando addirittura l’identità dei candidati, tutti gli altri aspiranti consiglieri devono coltivare il proprio elettorato di presenza, non online.

Tuttavia, basta una reazione scomposta, un post sbagliato o un’uscita fuori dalle righe sui social per danneggiare anche in maniera grave la propria immagine, facendo perdere la fiducia nel proprio candidato.

Sui social network è dunque fondamentale produrre contenuti coerenti con il proprio pensiero e la propria impostazione politica, restando equilibrati e affrontando eventuali critiche sempre col sorriso, smorzando sul nascere ogni polemica. Bisogna essere fattivi, concreti, autentici, bisogna dare motivi di orgoglio ai propri elettori che potranno condividere con soddisfazione le proposte del candidato sostenuto.

Se si affronta la campagna elettorale online in questo modo, quasi sicuramente non solo non si perderanno voti ma c’è addirittura il rischio di rintracciarne qualcuno non previsto.

In bocca al lupo a tutti allora, soprattutto a noi cittadini che dovremo scegliere a chi affidare il nostro futuro!

Se questo è un voto

Sono un po’ scettico verso chi parla oggi, a mente fredda, di un’Italia vittima del voto di protesta. In realtà, secondo me, il quadro politico di oggi rappresenta esattamente le condizioni di questa nazione. Ed è inutile dire che sono pietose.

Ingovernabilità. L’Italia, come molti millennials e/o “ignorantias” non sanno, non è mai stata una repubblica a vocazione maggioritaria. Al contrario, noi italiani siamo sempre stati terreno fertile per partitini, movimenti, scissioni e controscissioni talmente insignificanti da diventare invece fondamentali per gli equilibiri delle varie maggioranze di governo. Siamo stati e sempre resteremo insomma, nonostante i tentativi berlusconiani, un Paese proporzionale fino al midollo. In un contesto come quello attuale dunque, l’ingovernabilità era ampiamente prevedibile.

Incomunicabilità. La politica non riesce più a parlare alle persone. E quando ci riesce, parla al ventre, non al cuore o alla mente. L’amarezza ha preso il posto della disillusione, l’astio quello dell’amarezza e infine l’odio quello dell’astio. Ed oggi, l’intera comunicazione sul web (che poi è quella principale) è basata sull’odio verso qualcuno o qualcosa, sia esso il nero, il rumeno o il cugino fake della Boldrini arricchito. Non me ne voglia nessuno ma su questo campo l’attuale primo partito italiano – ma soprattutto l’azienda che ne tira le fila da anni – non ha fatto praticamente nulla, anzi ci ha pure discretamente marciato. Cosa che non ritengo assolutamente concepibile.

Ignoranza. E’ sempre lei la brutta bestia. Nel mio piccolo, in questa campagna elettorale, mi sono sbracciato non ad insegnare (non ne ho né titoli né competenze) ma semplicemente a riportare di volta in volta articoli della costituzione, leggi, regolamenti, prassi consolidate, tutte testimonianze in teoria inappuntabili utilizzate per smentire la mostruosa mole di inesattezze condivise online da centinaia di migliaia di persone. Tutto ovviamente inutile. L’ignoranza abissale di cui soffre l’Italia, certificata da numerosi studi, ha portato al voto milioni di persone senza capire la reale percezione di quello che stessero facendo. Questo non significa che il risultato elettorale sia dipeso dall’ignoranza delle persone, ci mancherebbe. Ma evidentemente c’è qualcosa che non va.
Mi piacerebbe un giorno un corso obbligatorio di educazione civica, magari gratuito per tutti, nel quale rinfrescare un po’ la memoria ai cittadini, chi scrive in primis, ma chi governa e chi legifera in secundis.

Incapacità. Nel valutare per chi votare, il parametro della capacità è stato declassato e al suo posto è stato elevato quello della presunta onestà. Con una battuta, si è detto in campagna elettorale che la sfida fosse tra “i buoni a nulla” e i “capaci di tutto”. In un mondo ideale, sarebbe bello ipotizzare 1000 parlamentari capaci e onesti, ma questo presupporrebbe l’intera popolazione italiana fatta soltanto da gente capace e onesta. Poiché ciò non è possibile, è evidente che anche i rappresentanti di un popolo non totalmente capace e onesto avranno al suo interno una discreta percentuale di parlamentari incapaci e/o disonesti. Questa non è un’opinione, è una certezza. Tanto vale accettarlo subito. Personalmente, dovendo per forza scegliere tra un incapace onesto e un capace disonesto, non avendo terze vie (se non in rari e meravigliosi casi), opto senza indugi sul secondo. Forse così prima di essere arrestato e scontare la sua pena, questo immaginario ladro gentiluomo riesce pure a risolvere qualche problema.

Smemoratezza. Moltissime persone semplicemente vivono come se fossero una memoria Ram: la sera, a letto, resettano tutto per poi ricominciare ad immagazzinare ricordi dal giorno dopo. Altrimenti, semplicemente, non si potrebbero spiegare alcuni flussi di voti, in uscita o in entrata. Tuttavia, citando il maestro Montanelli, “un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”. E la massima vale anche per il recente passato.

Intolleranza. Su questo c’è ormai poco da dire. Discriminazioni di genere, sessuali, politiche, razziali, religiose riempiono ogni giorno le pagine dei giornali. Il confronto elettorale è diventato aspro, cattivo, anche in certi casi violento e pericoloso. E qualcuno, purtroppo, ha continuato a fomentarlo.

Scusate la lunghezza, ma mi sono sfogato. Queste elezioni ci consegnano un’Italia frammentata, illusa (sì, parlo proprio del reddito di cittadinanza, definito impossibile da tutti gli analisti) e ancora più incattivita.
Mi affido però con fiducia al nostro Presidente della Repubblica. Un siciliano pragmatico e riflessivo che, ne sono certo, farà la scelta giusta.

Overdose elettorale

Una piccola considerazione prima che da “addetto ai lavori” da cittadino: in Sicilia soprattutto, ma anche nel resto d’Italia, si rischia seriamente un’overdose elettorale.

E’ da poco finito il caos delle elezioni regionali siciliane, con alcuni ricorsi che ancora pendono ma soprattutto con il governo dell’Isola alle prese sia con problemi atavici e di difficile soluzione (vedi bilancio o gestione dei rifiuti), sia con le solite beghe interne di un Centrodestra che per certi versi somiglia davvero al Centrosinistra, soprattutto quando c’è da pugnalare alle spalle alleati scomodi.

In attesa del 4 marzo, data delle prossime Politiche, ogni tipo di media, inclusi i cartelloni 6×3 nelle strade, ci stanno già bombardando di promesse irrealizzabili, di slogan improbabili, di impegni irresponsabili.

Ma nel “sottobosco” politico locale, covano soprattutto le mire di chi ambisce ad un posto nelle amministrazioni locali, in previsioni delle Elezioni Amministrative che con tutta probabilità si svolgeranno a maggio. Un esercito di aspiranti sindaci e consiglieri comunali, pronti a combattere fino all’ultima preferenza, disposti a ricoprire di volantini e “santini” superfici pari a quelle della tundra artica.

Si tratta insomma di un filotto elettorale che ha del terrificante, in grado di dare il colpo di grazia anche a quella piccola parte di elettorato che ancora a votare ci va, soprattutto se il livello delle campagne elettorali si conferma così squallidamente triste e privo di contenuti.

E’ necessario, come diceva ieri il mio amico Valerio che ci si dia tutti una bella calmata: torniamo a parlare di contenuti e non di slogan, torniamo a spiegare le nostre proposte e non a demonizzare gli avversari, torniamo insomma alla vera Politica.

Perché se è vero che non si può immaginare la rappresentanza democratica di uno Stato Sovrano affidata ai click di un sistema informatico, è anche vero che di cialtronate in questi anni ne abbiamo sentite fin troppe. Un bagno di umiltà ma soprattutto di realtà della politica forse troverebbe più consenso negli elettori, contribuendo a ridurre la voglia – non giustificabile, ma di certo non biasimabile – di stracciare una volta per tutte la tessera elettorale.

Interessanti prospettive per il futuro

Il 2017 appena concluso è stato per me un anno di passaggio fondamentale, una sorta di rampa di lancio per tutta una serie di progetti che oltre a vedermi protagonista, in modi diversi, avranno strascichi importanti in questo 2018. O almeno lo spero!

Come forse qualcuno ormai saprà, in questi ultimi tempi sono sostanzialmente due gli ambiti principali sui quali ho focalizzato la mia attività professionale e cioè la comunicazione politico-istituzionale e quella enogastronomica. La mia passione iniziale, quella legata alla tecnologia e ai videogiochi ha dovuto per forza di cose subire un declassamento a hobby, anche se il mio cuore palpita sempre a 8 bit!

Dopo aver contribuito a far vincere una difficilissima elezione regionale, grazie ovviamente ad un candidato con idee valide e credibili come Giovanni Cafeo ma soprattutto ad una squadra veramente fortissima e completa, è evidente che il lavoro fatto non poteva essere abbandonato o peggio buttato via; nel corso del 2018 quindi mi ritroverete certamente impegnato a raccontare dall’interno le vicissitudini dell’Assemblea Regionale Siciliana, con occhio un po’ di parte – e ci mancherebbe – ma mai appiattito, anzi al contrario sempre attento e se necessario anche critico.

Altra grande soddisfazione del 2017 è stato il rapporto creato con CNA Siracusa, una realtà associativa pazzesca, quasi da non credere per chi dall’esterno vede all’opera un team preparato, una macchina pressoché perfetta che con il duro lavoro di tutti va davvero a colmare quasi ogni lacuna.
Mi piace pensare – scusate la megalomania, ma è pur sempre il mio blog personale eh! – di aver contribuito con la mia presenza a colmare forse l’unica piccola lacuna presente in questa grande famiglia, quella legata alla comunicazione online e offline. E se in effetti dovessimo far parlare i numeri, quelli di CNA e quelli dei 10 Minuti con CNA insieme al grandissimo Gianpaolo Miceli, allora potrei davvero ritenermi soddisfatto!
Il 2017 si è chiuso infine con l’exploit del Panettour, l’assaggio dei panettoni artigianali preparati da 4 pasticcerie della provincia in diretta Facebook; l’auspicio è che simili iniziative si ripetano nel 2018 e, a giudicare dalle reazioni, credo proprio che sarà così.

Dal fronte enogastronomico non posso non citare la mia elezione nel direttivo dell’ONAV di Siracusa, l’associazione dei degustatori di vino che tanti eventi di successo organizza in città, guidata magistralmente dalla delegata – e amica – Teresa Gasbarro.
Sempre a proposito di vino, anche in questo 2017 il mio faccione ha fatto da cornice a Calici di Stelle, l’evento che ogni 10 agosto esalta le eccellenze del Sudest di Sicilia; non nascondo la speranza di esserci anche il prossimo anno!

Un anno molto intenso anche quello passato insieme alle Cantine Gulino che in occasione dei 2750 anni di Siracusa hanno proposto un’edizione speciale del loro “best seller” Don Nuzzo, il Moscato di Siracusa pluripremiato in tutto il mondo. Vi accompagneremo ancora insieme un altro anno, con tanti premi, eventi e degustazioni memorabili!

Chiudo con una piccola delusione, legata alle sorti del magazine di settore Gusto News. Purtroppo gestire un giornale non è cosa facile, neppure per un potenziale campione di letture come Gusto News. Servono tempo, risorse umane ed economiche, passione, impegno, serietà. Ma soprattutto, serve avere tutte queste cose in contemporanea.
Anche su questo fronte però, le cose sembrano muoversi, seppur lentamente. Magari il 2018 potrebbe finalmente essere l’anno giusto, perché anche in ambito enogastronomico l’informazione non può che essere affidata a chi se ne occupa per mestiere, senza improvvisare.

Buon 2018 a tutti voi dunque! Vi auguro tanta fortuna ma soprattutto di esprimere al meglio le vostre potenzialità negli ambiti a voi più congeniali, senza mai dimenticare un pizzico di ironia.

Inizia il “Panettour”, evviva i panettoni artigianali siciliani!

Quando ormai qualche anno fa io e Gianpaolo Miceli iniziammo, quasi per scherzo, a fare le dirette streaming prima su Periscope e poi su Facebook per parlare delle eccellenze del nostro territorio, non avrei mai immaginato che il nostro format sarebbe diventato così popolare e ambito…eppure, numeri alla mano, non solo le dirette piacciono e vengono viste da migliaia di persone ma addirittura i nostri “10 minuti con CNA” hanno partorito un vero e proprio spin-off dedicato ad uno dei prodotti simbolo del Natale, ovvero il panettone. Diamo il benvenuto quindi al nostro primo Panettour!

Ma cos’è precisamente il Panettour?

Visto il particolare periodo dell’anno e vista soprattutto l’altissima qualità media delle produzioni locali, Gianpaolo Miceli (che lo ricordiamo è nientepopodimeno che il vicesegretario della CNA di Siracusa nonché il presidente di Unifidi Sicilia) ha avuto l’idea di dedicare una serie di trasmissioni live alla produzione locale dei panettoni artigianali, declinati secondo le peculiarità delle aziende associate di Siracusa.

Ecco allora la necessità di impostare una sorta di “tour” dei panettoni, ribattezzato dal sottoscritto proprio “Panettour”, immaginato come una costola dei tradizionali “10 minuti con CNA” e tutto incentrato sulla specialità di questo prodotto, nato a Milano ma che la Sicilia – e Siracusa in particolare – ha adottato e personalizzato arricchendolo con profumi e sapori tipici del territorio.

Cominceremo oggi, 7 dicembre, alle ore 18.30 circa (chi segue i 10 minuti sa già che gli orari sono puramente indicativi!) e vi accompagneremo per ben 4 puntate fino a Natale, degustando per voi quattro esempi di panettoni artigianali molto originali, prodotti da altrettante rinomate pasticcerie del territorio.

Insomma, un duro lavoro che qualcuno doveva pur fare e per fortuna questo qualcuno siamo io e Gianpaolo Miceli…meno male va!

Allora, a questo punto non mi resta che prepararmi alla degustazione e augurarvi buon Panettour a tutti!

Tutti i numeri di una campagna elettorale vittoriosa

Ecco il genere di post che appassiona davvero tante persone! Come forse qualcuno di voi avrà già saputo, ho lavorato in questi ultimi mesi alla campagna elettorale per un candidato alle elezioni regionali della mia provincia, quella di Siracusa, curando la comunicazione sia dal punto di vista dei rapporti con la stampa sia sui social media, terreno insidioso dove come noto le campagna elettorali non si vincono ma di sicuro si possono perdere.

Alla fine è andata bene, il candidato è stato eletto e in generale tutto il team, incluso il sottoscritto, si è trovato abbastanza d’accordo nel ritenere efficace la campagna comunicativa messa in atto.

Forti di questa vittoria, voglio oggi svelarvi tutti i numeri di questa campagna elettorale e affidarla al vostro commento!

N. B.: pur essendo presenti anche su Twitter e Instagram, per comodità e per importanza dei dati, riferiremo soltanto le statistiche registrate su Facebook per la sola pagina ufficiale del candidato nei tre mesi dal 5 settembre al 3 novembre 2017, fine formale della campagna elettorale.

  • Post pubblicati: 134
  • Visualizzazioni totali: 595.430
  • Visualizzazione media per post: 4.444
  • Interazioni totali: 8911
  • Interazioni medie per post: 66,5
  • Statistiche per genere e fasce d’età:

67% uomini, 32,3% donne

24,7% 35-44 anni

24% 45-54 anni

22% 25-34 anni

7,2% 18-24

7% 65+

  • Visualizzazioni video: 28.400
  • Costo totale delle campagne a pagamento: 380 €

Passando invece alla produzione di contenuto testuale per il sito ufficiale del candidato, abbiamo i seguenti dati:

  • 27 articoli pubblicati
  • 2 comunicati stampa inviati
  • Media di lettori unici ad articolo: oltre 1200

Una curiosità infine: è stata anche creata un’app ufficiale del candidato per Android e iOS, scaricata circa 100 volte.

E’ interessante notare come di fatto la comunicazione del candidato sia stata autogestita, affidata cioè essenzialmente a risorse interne sulle quali si è deciso di investire all’inizio, specifiche per settore, in grado di garantire un livello di professionalità quanto meno accettabile in ogni campo.

Avendo in squadra un grafico, un regista e operatore video, un fotografo, un webmaster, un giornalista, un social media manager , un team di sviluppo per App e un coordinatore bravo a gestire tutte queste risorse, la campagna elettorale diventa un microcosmo autonomo. Il risultato sarà quindi un premio o una punizione per tutto il team, dal candidato in giù.

Spero che le informazioni condivise vi siano state utili, resto a disposizione per eventuali chiarimenti!

Arriva il nuovo direttivo ONAV a Siracusa…e sono il responsabile Web!

Ho capito che non si tratta di una notizia epocale, tuttavia il blog è il mio e quindi quando mi capitano cose belle sono titolato a scriverle!

Da ieri faccio ufficialmente parte del direttivo ONAV di Siracusa, con il ruolo di responsabile comunicazione Web. Certo, dire che “casco a pennello” non è certo sbagliato, ma far parte della grande famiglia dei degustatori di vino anche attivamente, impegnando parte del mio tempo, è una cosa che mi riempie di gioia!

Devo ringraziare ovviamente Teresa Gasbarro, la delegata provinciale più amata d’Italia, e tutti i miei amici-colleghi di avventura e cioè Pina Gallo, Nadia Italiano, Carlo Panzeri, Francesco Puntorieri, Mariarita Luca, Marco Alicata, Antonio Castronovo, Miriam Volante e Anastasia Lafitskova.

Seguitemi perché vi terrò aggiornati su tutte le nostre iniziative…non ve ne pentirete!

Passione, adrenalina, stress: tutto il bello della campagna elettorale!

Diciamolo francamente, la campagna elettorale, quando non sei tu il candidato e quando lo stesso concetto di politica non ti fa schifo, è davvero una cosa figa.

Dopo qualche anno di esperienza, posso tranquillamente dire che la parte più bella della preparazione ad un’elezione è incontrare e conoscere gente nuova. Sono le storie, da buon giornalista, quelle che mi colpiscono di più.

Alcune sono disperate, non v’è dubbio. Altre sono di ordinaria quotidianità, altre ancora invece – purtroppo – sono meschine, fatte cioè da comparse che con la campagna elettorale sperano solo di lucrare qualcosa.

E’ evidente che in un contesto come quello degli ultimi anni, parlare di politica provoca in molte persone una fastidiosa orticaria; eppure, credetemi, in linea teorica non c’è niente di più nobile della politica. Il problema semmai, come noto, sono proprio i politici, per lo meno una discreta parte.

Non andare a votare però, nonostante tutto, è sempre la scelta sbagliata.

Per prima cosa, si lascia agli altri la delega di un diritto/dovere civico che invece la Costituzione attribuisce a ciascun cittadino italiano maggiorenne. Questo significa che poi, se le cose non vanno bene, non abbiamo neppure il diritto di lamentarci.

Altra conseguenza, forse più grave, è quella di favorire i cosiddetti “voti di apparato”, ossia i voti strutturati, organizzati nelle segreterie politiche – quando va bene – o peggio dalla criminalità organizzata, se va malissimo. E’ evidente che un alto tasso di astensione incrementa l’incidenza di questo tipo di voti mentre una grande partecipazione democratica non può che “diluirne” la portata.

Infine, ma non per importanza, c’è la questione che io chiamo, magari impropriamente, “morale”.
Non riesco infatti a sminuire un gesto come quello del voto, è più forte di me: mi vengono in mente lotte democratiche, Paesi nel caos, vittime innocenti. Non esercitare questo diritto dunque, mi fa sentire un po’ in colpa.

Ma forse, quello strano, sono io.

Cari amici siciliani, andate dunque a votare il prossimo 5 novembre: leggete i programmi, guardate le esperienze, ascoltate i candidati e alla fine, votate!

Twitter passa a 280 caratteri: raddoppia il rischio di scrivere minchiate?

Pare che Twitter, il social network della sintesi e della battuta al fulmicotone, stia sperimentando il raddoppio dei caratteri permessi in un singolo tweet, da 140 a 280.

Ufficialmente si tratta di un tentativo per venire incontro ai problemi lessicali delle lingue occidentali, la cui insita natura costringe spesso gli utenti a ridurre al minimo la comprensione del testo scritto a causa dell’esiguo numero di caratteri concessi, problema non presente invece nelle lingue orientali basate su ideogrammi.

In pratica, si tratta di un cedimento di Twitter ad una richiesta piovuta dai più, una sorta di snaturamento del mezzo che però potrebbe permettere una maggiore qualità dei contenuti, slegati dai legacci dei 140 caratteri ma per questo più chiari ed esaurienti.

Sappiamo tutti però che non sarà così.

In realtà, si è volutamente raddoppiato lo spazio per scrivere e condividere minchiate. Quelle innocue e divertenti, ed è cosa buona e giusta, ma anche quelle bufalare, razziste, antiscientifiche e pericolose, cosa invece orrenda e sbagliata.

D’altronde chi siamo noi per smentire Evan Williams, fondatore tra le altre cose proprio di Twitter, il quale ha dichiarato poco tempo fa che “internet non funziona più“, perché “favorisce gli estremi”? Direi proprio nessuno e anzi ci permettiamo di aggiungere che il più delle volte internet favorisce pure i cretini.

No, non tornerò a citare il buon Umberto Eco (perché l’ho già fatto qui), ma il pensiero non può che tornare con amarezza a quella sua evidente e incontrovertibile conclusione, sempre più attuale e MAI, mai e ancora mai smentita.

Viviamo tempi decisamente barbari, cari amici. La passione e la gioia di scrivere, comunicare e – quando si hanno i titoli – divulgare informazioni viene ogni giorno messa alla prova dalla “marea grigia” delle fake news, del sentito dire, del mantra “l’ho letto su internet” che ammorba e intorbidisce il dialogo online ma anche dal vivo.

Siamo tutti medici, avvocati, ingegneri, giornalisti, geologi, fashion blogger, politologi, critici di cucina, d’arte, di musica.

Siamo tutto, siamo tutti, sempre e comunque.

In effetti però, stando così le cose, altri 140 caratteri per le nostre minchiate possono davvero tornare utili.

Il lavoro di merda non l’ha inventato Carpisa

Da qualche giorno il web si è giustamente indignato per una vergognosa proposta di stage targata Carpisa che partiva dal presupposto obbligatorio dell’acquisto di una sua borsa, soltanto dell’ultima collezione peraltro.

Mi sembra inutile tornare nel dettaglio sull’argomento, l’abbiamo capito tutti che è stata una letterale stronzata, un’ennesima conferma di quanto la dignità del lavoro in Italia raggiunga pressoché ogni giorno nuove vette verso il basso.

C’è da dire infatti che se indubbiamente l’eco mediatica di un marchio come Carpisa, leader tra le produzioni di borse di qualità non eccelsa, non poteva passare inosservata, ogni giorno centinaia di migliaia di giovani e meno giovani, freelance, partite iva subiscono soprusi simili se non addirittura più gravi, spesso nel più completo anonimato.

Gli esempi sono tantissimi: dai pagamenti a xxx giorni a quelli mai arrivati con scuse spesso meschine, confidando sul fatto che un’azione di recupero per somme troppo piccole alla fine non conviene farla perché costerebbe di più del credito da riscuotere; dagli incarichi dati a simpatia e tolti per antipatia a quelli promessi e mai visti, causa magari nel frattempo della rinuncia di altri lavori.

Ma non è tutto: pensate a chi vede sminuire il proprio lavoro, chiamato per “favori che risolvi in un minuto” ma che alla fine, sommati i minuti, rubano tempo ad altre possibilità di lavoro o di formazione.

Pensate a chi si trova sotto scacco, costretto ad accettare offerte ridicole per cercare di tirare avanti, ottenendo il doppio danno di aver svilito sé stesso e l’intera categoria di professionisti a cui appartiene.

Insomma, a Carpisa va forse il merito di aver scoperchiato la grande cloaca del lavoro atipico, dove avere dignità significa, in molti casi, restare sulla soglia della povertà, ma di sicuro non le si può addebitare il ruolo di creatore del lavoro di merda.

Quello, purtroppo, esiste già da parecchio tempo.