Il triplo stress delle vacanze di un freelance

Un freelance, lo sanno tutti, è un essere pressoché umano, quasi umano direi, quanto meno in ambito lavorativo.

Egli (o ella) lavora mediamente dalle 10 alle 14 ore al giorno e, nella restante parte della giornata, si sente in colpa perché non lavora e ha persino sprecato qualche ora per dormire.

Subisce solitamente in estate un triplo stress: il primo, perché vede tutti i suoi contatti di Facebook impegnati a lamentarsi durante l’anno e poi invece ad agosto sono improvvisamente in giro per il mondo a cazzeggiare di lusso, stile Gianluca Vacchi, fatto che ci fa dubitare sulle scelte di vita compiute fino a quel giorno.

Il secondo stress è invece quella settimana di vacanza che a forza ci prendiamo, costretti magari da compagne/i e/o consorti: già dal primo giorno ci sentiamo maledettamente in colpa, a pensare a quanti arretrati potremmo sbrigare se invece di stare in questo cacchio di mare fossimo con il nostro fido PC o Mac.

L’ultimo stress è invece il più classico, quello da rientro che però nel nostro caso viene enfatizzato al massimo proprio perché il settimo giorno di vacanza è stato quello senza sensi di colpa…e mannaggia, il giorno dopo ci tocca rientrare!

Cari amici, cari colleghi, a questo punto non mi resta che darvi un consiglio: rilassatevi finché potete! E ricordatevi che mentre noi ci sentiamo in colpa per un giorno di vacanza, il nostro committente posticipa in maniera indefinita il suo bonifico…a sto punto, tanto vale godersela questa meritata vacanza!

(Ma col bonifico versato sarebbe stata più bella)